mercoledì 26 maggio 2010

Animali da compagnia. Possibile che l'Italia non riesca a ratificare una Convenzione europea da 13 anni?


Articolo di Donatella Poretti *
19 maggio 2010 18:13
 
La Convenzione europea relativa alla protezione degli animali da compagnia, firmata a Strasburgo il 13 novembre 1987, gia’ ratificata da 13 Stati Europei, prevede all’articolo 10 come gli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale da compagnia, o finalizzati ad altri scopi non curativi, debbono essere vietati. In particolare vieta: 
a) il taglio della coda;
b) il taglio delle orecchie;
c) la recisione delle corde vocali;
d) l’esportazione delle unghie e dei denti.
La Convenzione ammette eccezioni al divieto solamente se un veterinario considera un intervento non curativo necessario sia per ragioni di medicina veterinaria, sia nell’interesse di un determinato animale, nonche’ per impedirne la riproduzione. Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso 2 ottobre 2009 il Disegno di Legge di ratifica prevedendo come tali mutilazioni, non motivate da esigenze terapeutiche, divenissero reati penali attraverso la modifica dell’art. 544 ter del Codice Penale.
Dopo l'approvazione della Camera, il testo giace al Senato da mesi. Era in aula alla vigilia di Natale 2009, poi e' scomparso dal calendario. Poi e' tornato in aula ad aprile solo per rimandarlo in commissione perche' meglio venisse amputato dalla modifica del codice penale grazie ad un emendamento del relatore.
Siamo a maggio e ogni settimana sembra esser quella buona per la ratifica che poi non avviene. Domani era in calendario, ma la seduta che era convocata per le 9.30 slittera' per i funerali di Stato ai militari italiani morti in Afghanistan alle ore 12. Sarebbe stata comunque utile come convocazione per approvare la ratifica, ma l'aula invece che in sede legislativa sara' convocata in sede celebrativa per i 40 anni dello Statuto dei lavoratori. La prossima settimana tra decreti e altro riuscira' il Senato a ratificare la Convenzione?
Per parte nostra abbiamo presentato emendamenti per ripristinare il reato penale e un ordine del giorno (1) che ricorda come le mutilazioni siano attualmente regolate e vietate dall’Ordinanza 3 marzo 2009 “sino all’emanazione di una legge di divieto generale specifica in materia” e con cui si impegna il Governo:
a prevedere un sistema di monitoraggio dell’applicazione di tale divieto, avvalendosi della collaborazione dei Servizi Veterinari delle regioni, delle ASL, dell’Ordine dei Medici Veterinari e del Comitato Bioetico per la Veterinaria per ottenere dati anche numerici sugli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia di un cane che vengono fatti e con quali scopi, curativi e non.

(1) A questo link l'Ordine del Giorno AS ddl 1908 dei senatori Donatella Poretti, Marco Perduca, Franca Chiaromonte, Francesco Ferrante, Silvana Amati, Roberto Della Set

lunedì 24 maggio 2010

Rimprovero e perdono


Saper mantenere la calma, anche nei momenti “difficili”, è importante per ottenere dal proprio cane il massimo rispetto.
RIMPROVERO
PERCHE’ Sia l’uomo sia il cane sono esseri “sociali”, ambedue vivono in “gruppi/branchi/famiglie” e ambedue seguono delle regole che sono state stabilite, non importa da chi. La differenza fra l’uomo ed il cane risiede nel fatto che l’ultimo vive con il perenne pensiero che, a seguito di una infrazione grave, potrebbe essere abbandonato dal suo branco. Si tenga presente che il soggetto cane preso in considerazione è un animale socializzato con gli umani in maniera adeguata il quale occupa il posto correttamente assegnatogli dal suo gruppo. In ogni caso, nessun cane sa né potrà mai sapere che gli umani hanno emanato le leggi che sovrintendono al trattamento degli animali d’affezione e quelli destinati alla creazione di reddito in ogni forma. 
Nel caso in cui il suddetto commetta un errore (sempre possibile) deve essere adeguatamente ripreso in modo che possa comprendere l’errore e verificare che la vigilanza di colui o colei che ha l’onere della guida del branco non è venuta meno. Nel caso in cui non sia fatto notare l’errore, il cane potrebbe pensare che in effetti si trattasse di un comportamento lecito. E’ necessario fare molta attenzione alla “tempistica”, nel caso in cui si svolgono varie azioni, il vostro rimprovero andrà a cadere sull’ultima azione svolta, la rapidità di correzione è fondamentale per non confondere il vostro amico. Allo stesso modo, nel caso opposto, la rapidità del segnale di approvazione e la somministrazione dell’eventuale rinforzo positivo saranno fondamentali nel programma d’istruzione.
Esiste anche la possibilità di “non vedere” l’errore quando questo non sia di pregiudizio all’educazione del cane o quando, vistolo, si programmi un’azione positiva in modo da offrire un’alternativa al comportamento errato. Un esempio per tutti: stando all’interno della propria abitazione si chiama il cane e questo non arriva. E’ un errore ripetere il richiamo, meglio ignorare l’accaduto ed anche il cane per una o due ore e poi programmare di richiamarlo avendo avuto l’accortezza di impadronirsi di un gioco che a lui piace.
E’ buona norma agire in modo da mettere il vostro cane nelle condizioni di non commettere errori. Un mio conoscente, figurante nei corsi di utilità e difesa, ad un cliente che si lamentava del fatto che il suo cucciolo aveva l’abitudine di mangiucchiare le scarpe e le ciabatte ha consigliato ”un uso più puntuale del porta scarpe”.
QUANDO. ……………….SEMPRE…………………
COME. Il rimprovero migliore è quello che non richiede l’emissione di alcun suono: la rigidità (o postura rigida eretta) e lo sguardo diretto, freddo e fisso sono un rimprovero adeguato. Come riportato nella “pillola” che tratta dei messaggi sonori, in natura l’urlo appartiene agli individui impauriti o insicuri, la voce di un soggetto potente e sicuro è il brontolio grave. Per rinforzare ulteriormente la punizione, il cane può essere condotto in un locale, dove non ci sono componenti della famiglia. La cosa importante, se si vuole rinforzare il monito, è che almeno una porta separi il cane dagli altri componenti della famiglia. Tale isolamento non deve essere mantenuto a lungo.
Altri modi di punire il cane appartengono a chi instaura un rapporto basato sulla paura e non sul rispetto reciproco.
RISULTATI. Il cane viene “informato” in maniera inequivocabile che il suo comportamento non era corretto e che, così facendo, “perde la protezione del branco”. Il rimprovero deve essere inequivocabile per evitare di doverlo ripetere. Si ricorda ancora che il cane controlla di continuo l’affidabilità e le doti di vigilanza dell’essere al quale lui affida la sua vita.

PERDONO 
PERCHE’. Il perdono ha lo stesso valore del rimprovero nell’ambito dell’educazione del cane. La sicurezza di essere inserito in un “branco/famiglia” che vive secondo regole precise, dove esiste qualcuno che, in maniera equilibrata e ferma, le fa rispettare, è fondamentale per mettere l’individuo cane nella condizione di sviluppare in maniera altrettanto equilibrata e armoniosa il suo rapporto con la società umana.
QUANDO. Ad un rimprovero deve sempre seguire un perdono perché il gruppo basa la sua forza sulla coesione dei suoi elementi, pochi o tanti che siano. Ogni membro del gruppo deve avere una sua giusta collocazione, tale da permettergli di collaborare con gli altri.
A dire il vero, in natura, si può giungere fino all’allontanamento di un soggetto che non accetta le regole imposte dalla coppia dominante.
Nel caso di un cane accolto in famiglia, la sua oculata scelta all’interno della cucciolata avrà permesso la scelta di un individuo equilibrato e adeguatamente socializzato con gli umani. I più approfonditi studi hanno determinato che E’ SEMPRE POSSIBILE SOCIALIZZARE UN CANE, DIPENDE TUTTO DALLA BUONA VOLONTA’ E DALL’ISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA CHE L’HA ACCOLTO.
COME. La ricerca della maniera corretta fa parte del bagaglio che si accumula man mano che si vive accanto al nostro amico. Un sistema valido per tutti i cani di tutte le razze consiste nel mettere “il colpevole” in grado di mettere in mostra un comportamento virtuoso in modo da ottenere le dimostrazioni di approvazione che gli confermano il suo “reintegro” nel branco. Il comportamento virtuoso può essere anche minimo, ci sarà pure qualcosa che avrete insegnato al vostro cane e che siete sicuri lui farà in quel momento !
RISULTATI. Con il perdono si chiude il cerchio apertosi con il rimprovero, se tutto si è svolto in maniera adeguata, il “colpevole” avrà capito l’errore, avrà capito la “punizione” e avrà capito il “perdono” poiché avrete usato “ la sua lingua” nello svolgere un compito che è prerogativa di chi ha la responsabilità del “branco”.
www.cani.com