martedì 1 giugno 2010

LETTERA DI UN CANE ABBANDONATO


Ti sto ancora aspettando, perchè so che
tornerai a prendermi.Mi hai messo qui solo per farmi sgranchire un
pò le zampe, perchè il viaggio che mi hai fatto fare era davvero interminabile. Poi sei risalito ... e ... no!!! Non puoi esserti 
dimenticato di me, non può essere così.Si, sono certo che tra un  attimo sarai qui!!!Mi siedo sul bordo della strada ... ho paura delle macchine che passano veloci,ma cerco di pensare a te e ai nostri giochi, ai momenti bellissimie anche ultimamente ai tuoi nervosismi verso di me.nMa sarai stato arrabbiato per altri motivi, io a te non ho mai fatto nulla!!!Forse quella è la tua macchina, chegioia, lo sapevo che tornavi a prendermi. Sono trascorsi tre giorni e sono ancora qui!!! Sto morendo di dolore, di fame, di sete, di
tremenda solitudine.I miei occhi non vedono più lontano;seguono  ora soltanto il battito del mio cuore stanco che sta lasciandomi per  sempre. Eppure so che tornerai e resisto in segno della mia fedeltà  verso di te,perché tu sei il mio padrone, e non puoi essere cattivo...

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”In quanto a voi, animali della terra, che avete sofferto a causa
dell’uomo, verrà il giorno in cui preparerò una grande festa, un grande
banchetto in cielo e voi gioirete alla presenza di Dio.”(Ezechiele).

domenica 30 maggio 2010

Salvate i vostri animali di casa dalle angherie dei bambini



Pesci depressi, roditori terrorizzati dai giochi dei piccoli
Milano Un bambino, il suo porcellino d'india. 

Un'orrenda storia che si replica periodicamente. 


Se le bestiole potessero parlare, griderebbero tutta la loro disperazione.
Sognano soltanto una tana in cui infilarsi ed essere lasciate in pace.
Probabilmente morirà prima del tempo, uccisa dallo stress procuratogli dal bambino, capriccioso, invadente carnefice che il destino gli ha imposto.
Rolf Gattermann, dell'università tedesca di Halle: preoccupato che l'anniversario dei 70 anni della domesticazione dei criceti e delle cavie passasse sotto silenzio, ha presentato la sua ricerca che - spera - scandalizzi animalisti, genitori e, naturalmente, anche i colpevoli numero uno, i bambini.
Li faccia vergognare. "Appena cominciano ad accarezzarli il loro cuore ha un sussulto e i battiti schizzano, al punto che hanno bisogno di almeno 20 minuti per calmarsi quando finalmente vengono lasciati tranquilli".
Il peggio è quando li cambiano di gabbia: allora la frequenza cardiaca sale a oltre 150 al minuto.
Il professor Jack Boyle, per esempio: ha dichiarato al "Guardian" che "i genitori dovrebbero accettare il fatto che i bambini non hanno alcuna necessità di un animaletto domestico e che gli animaletti non ne hanno alcuna dei bambini".
Se proprio si vuole dare in regalo un essere vivente - consiglia -, "lo si faccia con estrema attenzione".
Tutti ostaggio di gabbie, casse, scatole, acquari e soprattutto di ingombranti presenze non richieste.
Dicono gli ultimi studi che tamburellare sulla boccia di vetro dov'è confinato un pesce rosso equivale a infliggere lo stridore di un martello pneumatico a un nostro simile, che recludere i conigli in un appartamento con il riscaldamento al massimo significa condannarli a continui problemi respiratori, che le cavie possono morire di spavento quando vengono prese in mano.
Quanti sanno che :
- i cincillà detestano lo zucchero e che, se alimentati in modo sbagliato, diventano diabetici?

- la maggior parte dei pesci precipita nella depressione quando è costretta a girare eternamente in tondo, mentre non desidera altro che seguire traiettorie orizzontali? 

- i pappagalli soffrono orribilmente la solitudine e dovrebbero stare sempre in coppia?
- le tartarughe d'acqua dolce non sopportano di essere toccate?


In molti casi meglio recludersi nel mondo dei videogiochi, guardare i cartoni animati, leggere un libro, scatenarsi con la partita a pallone.
La zoologa Victoria Carey sostiene :

- mai affidare un povero, indifeso animale a un bambino troppo piccolo: fino a otto anni niente criceti e, quanto alle cavie, si devono risparmiare loro padroni sotto i 10 anni.


E' essenziale che i ragazzi capiscano che non hanno a che fare con giocattoli.
Walter Baldori