sabato 23 ottobre 2010

WWF: “LA NATURA STA A CUORE AGLI ITALIANI”

OGGI E DOMANI
“BIODIVERSAMENTE”: IL FESTIVAL DELL’ECOSCIENZA 


Il WWF annuncia le prime adesioni all’appello “Metti in conto la natura”
 Nel week-end 200 iniziative in musei, orti botanici, acquari e Oasi WWF in Italia


Taglio del nastro sotto i migliori auspici, oggi al Museo Civico di Zoologia di Roma, per “Biodiversamente” il primo Festival dell’Ecoscienza, organizzato dal WWF in collaborazione con l’Associazione Nazionale Musei Scientifici (ANMS) per promuovere la meraviglia della biodiversità italiana e l’importanza della ricerca scientifica per la sua tutela. Circa 200 le iniziative speciali organizzate tra oggi e domani nei musei scientifici, orti botanici, acquari, Oasi del WWF e realtà territoriali di tutta l’Italia. E all’appello “Metti in conto la natura” lanciato dal WWF appena due giorni fa per richiamare le istituzioni a garantire finanziamenti adeguati per la ricerca e la conservazione della natura, hanno già aderito, oltre all’Associazione Nazionale Musei Scientifici, realtà come Federparchi, l’Associazione Italiana dei Direttori dei Parchi (AIDAP), 394 - Associazione Nazionale Personale Aree Protette, l’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR), l’Associazione Italiana delle guide ambientali escursionistiche (AIGAE), il Coordinamento Associazioni Tecnico Scientifiche per l’Ambiente e il Paesaggio (CatAP), la Società Italiana Ecologia del Paesaggio (SIEP – IALE), l’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica (AIPIN) e diversi enti territoriali locali, oltre a nomi noti del panorama scientifico italiano e internazionale tra cui Roberto Danovaro presidente della Società Italiana di Ecologia (SITE), Riccardo Valentini chairman del Global Terrestrial Observing System delle Nazioni Unite, Fiorenza Micheli della Stanford University, Vincenzo Ferrara dell’Enea, Orazio Ciancio presidente dell’Accademia italiana di Scienze Forestali.


“La natura sta a cuore agli italiani. Lo dimostrano la nutrita partecipazione di enti e pubblico a questa prima edizione del Festival, così come la tempestiva adesione al nostro appello di chi la natura la protegge e la conserva con il proprio lavoro quotidiano, sul campo o nei luoghi di ricerca – ha dichiarato Stefano Leoni, presidente del WWF Italia – Ora sta alle istituzioni impegnarsi perché tutte le azioni per la conservazione della natura siano sostenute da adeguate risorse economiche da destinare alla ricerca e all’attuazione di piani d’azione a tutela della biodiversità, garantendo così vitalità e salute a quel patrimonio di biodiversità che è alla base della nostra stessa vita.”


Nell’Anno della Biodiversità, mentre a Nagoya 193 Paesi del mondo stanno definendo le nuove strategie per ridurre la perdita di biodiversità entro il 2020, l’Italia vive infatti una irrisolta contraddizione: con 57.468 specie animali e 12.000 specie vegetali (di cui purtroppo molte sono a rischio) abbiamo il primato della biodiversità in Europa. Ma abbiamo approvato solo all’inizio di ottobre una Strategia Nazionale per la Biodiversità che si attendeva da 16 anni (nel 1994 l’Italia aveva ratificato la Convenzione internazionale per la tutela della biodiversità). E la manovra economica prevede tagli alla conservazione della natura che rischia di affossare l’intero sistema: meno 42% ai Parchi nel 2011, meno 60% alle Regioni nel settore ambiente secondo la manovra estiva. E sul fronte della ricerca universitaria, le scienze della terra beneficiano di appena il 3% (17% con quelle biologiche), dei finanziamenti totali, pari a 105 milioni di euro contro i 137 del 2004.


Per questo, nel momento clou per la tutela della natura a livello mondiale, WWF e ANMS hanno unito le loro forze, aprendo le porte dei propri tesori, “lustrando” le vetrine delle collezioni migliori, chiamando a raccolta i propri studiosi, svelando le scoperte fatte in ogni angolo del pianeta, accompagnando il grande pubblico in tutta Italia a scoprire la bellezza e l’importanza della biodiversità, anche per le nostre vite, insieme all’assoluta necessità che questo patrimonio venga concretamente tutelato. Per tutto il fine settimana laboratori, viaggi virtuali nel tempo e nello spazio, visite speciali sotto la guida di noti ricercatori, giochi interattivi, mostre fotografiche, proiezioni di filmati. E domenica tutti in natura in decine di Oasi WWF. Info e programmi su www.wwf.it<http://www.wwf.it/>


DOVE ANDARE?

All’iniziativa hanno aderito tra gli altri il Museo Civico di Zoologia di Roma, il Museo civico di Milano e il Museo Astronomico e Orto Botanico di Brera, il Museo di Storia Naturale (Giardino dei Semplici e La Specola) di Firenze, la Città della Scienza e la Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli , l’Acquario di Genova, il Museo tridentino di Scienze Naturali, il Museo e l’Orto Botanico di Bologna, il Museo civico di Ferrara, il Museo di Storia Naturale di Trieste, i Musei di Storia naturale di Venezia e Verona, i Musei universitari di Chieti, di Camerino, dell’Università della Calabria e della Puglia, il Museo Geologico di Palermo, l’Orto botanico e osservatorio astronomico Nuova Guissonea sull’Etna, il Museo del Fiore di Acquapendente, i Giardini di Villa Taranto, i Parchi del Circeo e del Pollino, l’Area marina protetta del Plemmirio e decine di Oasi WWF in tutta Italia.


COSA VEDERE? SCOPERTE E RARITA’

Come si legge nel dossier presentato in questi giorni dal WWF e dall’ANMS, i Musei scientifici sono alla base delle nostre conoscenze del mondo naturale: conservano 30-40 milioni di esemplari di ogni epoca e provenienza - come il dinosauro di 26 metri conservato a Bologna, la collezione di 1 milione di conchiglie nel museo civico di zoologia Roma, i diorami monumentali del museo civico di Milano, la galleria di 100 metri di scheletri di cetacei nel museo di Calci (Pisa) – costantemente sotto i microscopi degli scienziati italiani e internazionali. Ma sono anche la base operativa di centinaia di ricerche scientifiche che perlustrano ogni angolo del pianeta per classificare, capire, scoprire nuove specie, dando un contributo essenziale alle strategie di tutela ambientale. Il toporagno elefante (il più grande del suo genere) scoperto in Tanzania, le rane del Madagascar, ancora non toccate dal fungo che decima gli anfibi in altre parti del mondo, il rarissimo genere di serpente-verme cieco di cui non si avevano notizie da oltre un secolo o la cova “a energia solare” del droma, uccello nelle isole deserte della penisola arabica, sono alcuni fiori all’occhiello del fitto medagliere di successi scientifici che i nostri musei possono vantare


I PATROCINI

Il Festival ha ricevuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Ministero del Turismo.


I PARTNER

Tra i partner del WWF che partecipano all’evento, l’azienda vinicola Caldirola, la cui mostra fotografica “Uomini in Oasi” sarà esposta a Milano e Torino, e Trudi che inaugura la nuova collaborazione promuovendo Biodiversamente nei punti vendita delle città aderenti e regalando un gadget a tema ai bambini che entreranno nei negozi specializzati.


LOCANDINE, BANNER, SPOT, VIDEO E FOTO SCARICABILI DAhttp://upload.wwf.it/annobiodiversita/file/ nella cartella Ottobre mese della biodiversità > Biodiversamente

mercoledì 20 ottobre 2010

I bambini fraintendono i segnali dei cani


I piccoli vengono morsi dai cani anche perché fanno un errore comune: scambiano un ringhio per un sorriso

(Fotogramma)
(Fotogramma)
MILANO - Ringhio o sorriso? Per un adulto la distinzione è in genere facile, per i bambini molto meno e così non è raro che restino vittime del morso di qualche cane. Secondo alcuni dati presentati di recente a Londra alla World Safety Conference, pare addirittura che circa la metà dei bambini venga morsa da un cane in qualche momento della propria infanzia, complice la difficoltà proprio nel distinguere i versi amichevoli da quelli aggressivi.
SEGNALI E INTERPRETAZIONI - In particolare, riferiscono alcuni ricercatori della Lincoln University, i più a rischio sono i bimbi sotto i 7 anni, ovvero quelli che hanno più difficoltà ad interpretare correttamente i versi di Fido. E così per cercare di superare l’ostacolo gli studiosi britannici hanno pensato di sviluppare un dvd interattivo per insegnare già a bimbi di tre anni come leggere i segnali lanciati dai nostri amici a quattro zampe. Gli studi in cui è stato valutato come i bambini esaminano la faccia di un cane evidenziano una particolare attenzione a bocca e denti, cosa che spinge spesso i più piccini, sotto i 5 anni, ad avvicinarsi per vedere più da vicino. Ma così i piccoli aumentano anche le probabilità di venire morsi in faccia o sul collo.
DVD INTERATTIVO - Il dvd realizzato dai ricercatori inglesi chiamato, "Blue Dog", mostra scene in cui un cane può sentirsi spaventato e reagire in modo aggressivo, come nel caso in cui un bambino si avvicini al suo cibo o lo spinga giù da una poltrona. Giocando con questo dvd il bambino può quindi avere l’opportunità di distinguere tra comportamenti sicuri e non. Secondo Kerstin Meints, una delle ricercatrici coinvolte nel progetto, persino bimbi molto piccoli possono imparare a evitare comportamenti pericolosi come sorprendere un cane con un bacio mentre è addormentato. «Già dopo due settimane di training i piccoli imparano a capire come devono comportarsi - riferisce Meints -. Anche se il bambino non possiede un cane, è facile che venga in contatto con qualche esemplare e sebbene in nuovo dvd non possa garantire che il piccolo non verrà mai morso, può sicuramente aiutare a ridurre le possibilità di andare incontro a spiacevoli inconvenienti». Insomma imparare a convivere con un cane e a capire le cose dalla sua prospettiva potrebbe essere sicuramente d’aiuto, risparmiando a molti piccoli l’esperienza del morso, spesso causa di paure difficili da eliminare anche da grandi.
Antonella Sparvoli
19 ottobre 2010
fonte: Corriere della sera

martedì 19 ottobre 2010

560 mila galline all’anno libere: nuovo risultato LAV

60 mila galline all’anno finalmente libere: la LAV esulta per questo importante e concreto risultato determinato dalla nuova politica di Coop Italia di non vendere più uova provenienti da galline allevate nelle gabbie di batteria anche per le uova non a proprio marchio. A partire dai primi di ottobre nei supermercati e ipermercati Coop Italia (più di 1440 punti vendita) sono disponibili solamente uova di galline allevate a terra, all’aperto o biologiche.

Si tratta di un risultato davvero apprezzabile, ottenuto attraverso l’opera di sensibilizzazione della campagna della LAV “Liberiamoci dalle gabbie”: Coop Italia, infatti, è uno dei cinque grandi destinatari della distribuzione organizzata nazionale ai quali è rivolta questa campagna storica dell’associazione, tesa a garantire l’applicazione della direttiva Europea che fissa al 2012 il bando delle gabbie di batteria, data confermata recentemente dalla Commissione Europea e dal Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dell’UE.

Coop Italia ha deciso di essere il primo operatore della grande distribuzione a non vendere più nei propri supermercati alcun uovo di galline allevate in gabbie di batteria, anticipando in modo significativo la data del gennaio 2012 stabilita dalla Direttiva UE sulla protezione delle galline ovaiole – commenta Roberto Bennati, vicepresidente della LAV – ci auguriamo che questa linea di condotta costituisca un esempio da seguire per le altre catene della GDO, allineando l’Italia agli altri Paesi del nord Europa, dove tale scelta è molto diffusa”.

Inequivocabile il messaggio a quella parte degli allevatori ancora restia a dare applicazione a questa  Direttiva UE: le galline libere fanno buone uova e soprattutto vivono meglio – prosegue Roberto Bennati – Decisioni come quella assunta da Coop, contribuiscono a modificare le scelte dei consumatori e, di conseguenza, incidono anche sulle modalità di allevamento delle galline ovaiole, determinando un salto in avanti che va oltre le previsioni legali della direttiva UE e vanificando la volontà degli allevatori di usare gabbie di batteria arricchite in sostituzione delle gabbie tradizionali. Le nostre azioni di pressione proseguiranno, per riuscire a liberare circa 38 milioni di galline ancora prigioniere di inaccettabili gabbie, secondo un metodo d’allevamento che interessa ancora circa il 70% delle galline allevate in Italia. In questa direzione vanno anche le azioni di sensibilizzazione delle amministrazioni comunali per la messa al bando nelle mense delle uova da galline di batteria, che le nostre Sedi locali stanno portando avanti sul territorio”.
I sistemi d’allevamento delle galline ovaiole non sono tutti uguali e il sistema nelle gabbie di batteria costringe le galline ad una vita innaturale in spazi molto ridotti, più piccoli di un foglio A4, con ventilazione e luce forzata per aumentare la produzione: vieni a conoscere su www.gallinelibere.lav.it perché è importante preferire le uova di galline libere.

Chi volesse saperne di più sull’alimentazione che fa bene agli animali, alla nostra salute e all’ambiente, può trovare informazioni, consigli e ricette su www.cambiamenu.it