sabato 11 settembre 2010

ANIMALI USATI COME CAVIE, L’EUROPA VOTA LA LEGGE

Ieri a Strasburgo il Parlamento europeo ha approvato la legge che disciplina gli esperimenti sugli animali. Chi si aspettava un decisivo cambio di rotta in materia è rimasto deluso. Il provvedimento, infatti, soddisfa solo la lobby degli industriali, che potrà continuare ad usare primati, cani randagi ed altri tipi di cavie, come ha sempre fatto. Solo l'intera delegazione dell'Italia dei valori ha votato, unica tra i parlamentari europei italiani, contro questa direttiva.
Di seguito ospitiamo i commenti di due Europarelamentari IdV 

La battaglia contro la vivisezione deve continuare

Di Niccolò Rinaldi

Per educazione e formazione personale, e anche per una lontana militanza nella LAV e in altre organizzazioni ambientaliste, avevo già inquadrato il problema della relazione Jaeggle. Tuttavia il dibattito ha preso subito una piega difficile, in una contrapposizione fra gli interessi della ricerca e anche dei pazienti di malattie gravi e i pochi difensori della dignità degli animali.

Una contrapposizione che ho sempre rifiutato, convinto che la ricerca possa e debba andare avanti senza per questo permettere alcune norme che purtroppo umiliano il nostro concetto di civiltà. Credo infatti che nel XXI secolo la maturità di una civiltà sia segnata anche dal rapporto che essa ha con le creature più deboli, in buona parte alla sua mercé. Nel mio mandato parlamentare ho un percorso a difesa dei "meno tutelati" (consultabile all'interno del mio sito www.niccolorinaldi.it) e considero anche gli animali soggetti di cui la democrazia europea deve farsi carico.

La direttiva approvata questa mattina non è un passo in avanti. Non ci siamo limitati a un voto negativo, che sapevamo sarebbe stato minoritario. Abbiamo cercato, con una richiesta in plenaria, di ottenere il rinvio del testo in commissione, ciò che avrebbe permesso un approfondimento dei vari articoli e uno spazio ulteriore per migliorarli. Anche se ben 170 parlamentari hanno appoggiato la richiesta, presentata dalla collega Alfano in aula, purtroppo anche su questo la maggioranza ha votato altrimenti, in nome di un compromesso che ha ritenuto soddisfacente. Né siamo riusciti a far approvare gli emendamenti del gruppo del Verdi che presentavano alcuni progressi.

Il testo è dunque approvato, con nostro rammarico.

Tuttavia la battaglia non deve necessariamente finire qua. Il trattato di Lisbona prevede la possibilità per un milione di cittadini di rivolgere delle iniziative di legge popolari, e la lotta contro la vivisezione potrebbe costituire un impegno per una mobilitazione della società.



Lo scempio dei diritti degli animali

Di Gianni Vattimo

Senza votazione, poiché si trattava di una cosiddetta seconda lettura, il Parlamento europeo ha approvato una direttiva sulla "Protezione degli animali utilizzati a fini scientifici" che non può non suscitare sentimenti di vergogna in chi ha partecipato alla seduta. Chi aveva lavorato da anni a una soluzione di compromesso – compromesso tra chi? Ovviamente tra difensori dei diritti animali e BigPharma – ha sostenuto che si tratta del miglior compromesso oggi possibile. Ma chi legga onestamente il testo che da oggi è legge europea non può non rilevare che alle molte affermazioni di principio sul rispetto degli animali si accompagnano tali e tante "clausole di salvaguardia" (salvaguardia dell'industria e non degli animali, ovviamente) che il titolo sulla protezione è esplicitamente (e persino cinicamente) contraddetto. Il tono dominante può essere riconosciuto leggendo per esempio l'art. 14: "Gli stati membri assicurano che, salvo non sia opportuno, le procedure (che causano dolore, sofferenza, angoscia, danno prolungato) siano effettuate sotto anestesia totale o locale": si può parlare di "opportunismo"? Chi e come debba decidere sulla "opportunità" non è ovviamente detto. E così in tanti altri articoli. Molto spesso, poi, si parla di qualcosa che "è scientificamente provato" – come se gli stati non sapessero che ci sono posizioni scientifiche diverse proprio su temi delicati come quello della vivisezione –: è il caso dell'art. 11 (si potranno utilizzare animali randagi e selvatici delle specie domestiche nel caso in cui sia "scientificamente provato che è impossibile raggiungere lo scopo della procedura se non utilizzando un animale selvatico o randagio").

Quasi tutti coloro che si sono schierati a favore del testo della direttiva hanno dichiarato la loro insoddisfazione e il proposito di lavorare per un miglioramento nel futuro. Molti hanno ricordato – con untuosa compunzione – che molte malattie oggi si possono curare proprio perché in passato si è sperimentato con animali vivi; come se non si fossero fatti moltissimi progressi nella farmacologia che permettono finalmente di evitare le sofferenze degli animali con altri metodi di esperimento. La preoccupazione di non porre le industrie farmaceutiche europee in condizioni di inferiorità rispetto a quelle di paesi più "tolleranti" è stata uno dei motivi ben visibili nel dibattito: è purtroppo regola, ormai, che le imprese europee delocalizzino la propria produzione verso paesi che presentano tutele ben più blande dei diritti (in particolare quelli sociali). Ma uno degli articoli più assurdi e abbastanza incomprensibili è quello che vieta agli stati membri di legiferare in modo più severo e restrittivo; difficile non accorgersi che anche questo divieto è da intendersi come clausola di salvaguardia dell'industria farmaceutica, che non deve incontrare intralci in nessun luogo del mercato unico.

Due soli fatti si possono menzionare per limitare la vergogna della approvazione della direttiva: i tre emendamenti proposti dai Verdi – miranti a correggere alcuni dei punti più inaccettabili della direttiva (e cioè a introdurre il diritto degli stati membri di adottare leggi più restrittive e il dovere di ricorrere a metodi alternativi alla vivisezione laddove esistano) –, che sono stati respinti a maggioranza; e la richiesta (presentata da Sonia Alfano ma appoggiata dai Verdi e da altri singoli deputati) di rimandare il testo alla Commissione agricoltura del Parlamento (competente sul tema) per un ulteriore ripensamento. Sia gli emendamenti dei Verdi, sia la richiesta di rinvio, sono stati respinti, ma almeno nel caso degli emendamenti c'è stato un voto nominale: gli elettori interessati al benessere degli animali hanno dunque la possibilità quantomeno di leggere i nomi e cognomi dei deputati (una larga maggioranza, purtroppo) che hanno contribuito a questo vero e proprio scempio dei diritti degli animali.

Niccolo' Rinaldi (Italia Dei Valori)


venerdì 10 settembre 2010

L’ENPA IN DIFESA DEI CETACEI: L’11 E 12 SETTEMBRE A VENTOTENE LA “FESTA DEI DELFINI”

Sabato 11 e domenica 12 settembre Italia e Giappone saranno più vicine. A Ventotene (Latina) l’Ente Nazionale Protezione Animali dà il via a una due giorni di mobilitazione in difesa di questi animali. Proprio ieri nella “baia della morte” di Taiji, grazie all’intervento di Ric O’Barry e di molti sostenitori internazionali - ma anche al clamore suscitato dal documentario premio Oscar 2010 “The Cove” - i pescatori hanno iniziato la loro stagione di caccia catturando “solo” 9 delfini (per venderli alla cattività) e liberando invece gli altri, E’ la “Festa dei Delfini”, una iniziativa organizzata dalla Protezione Animali nell’ambito della campagna “Salviamo il Mare”, con il prezioso contributo di LifeGate, Feltrinelli real cinema, Naturalsea, Comune di Ventotene e della Riserva Statale di Ventotene e S. Stefano. «La festa inizia sabato prossimo alle ore 11 nelle sale della Riserva Statale di Ventotene con un evento dedicato ai più piccoli, che prevede, oltre a una breve introduzione al mondo dei cetacei, anche la proiezione del documentario “Into the blue”, nel quale si racconta il processo di riabilitazione e reintroduzione in natura di tre delfini a cui è stata restituita la libertà», spiega Ilaria Ferri, responsabile campagne internazionali e direttore scientifico dell’Enpa, che prosegue: «i bambini saranno poi invitati a realizzare un disegno e uno tra questi sarà premiato dalla giuria con una macchina fotografica e sarà pubblicato sulla rivista “I Cucciolotti”, edita da Pizzardi. Inoltre sarà loro spiegato, in modo semplice e con l’uso del gioco, in che modo è possibile salvare il mare e i suoi abitanti e quali sono i comportamenti ecosostenibili che si devono adottare». Contestualmente, di fronte all’isola, si svolgerà “l’Ottovelante”, una regata velica promossa dalla Lega Navale Italiana delegazione di Ventotene nella quale più di 40 imbarcazioni regateranno per salvare il mare e i delfini e per partecipare e sostenere la campagna “Salviamo il mare” dell’Enpa, che premierà l’imbarcazione più sostenibile e con l’ equipaggio più giovane. La sera - alle ore 22 - sarà la volta della proiezione del film documentario “The Cove”, premio Oscar 2010, che testimonia le “ragioni” che spingono i giapponesi ad uccidere ogni anno 25.000 piccoli cetacei (trusiopi, globicefali, stenelle, focene) che, considerati competitori nella pesca, vengono brutalmente massacrati dopo essere stati rinchiusi in una baia (“The Cove” appunto). Alcuni di questi animali, gli esemplari più giovani, sono invece destinati ad essere addestrati attraverso la deprivazione alimentare e condannati ai lavori forzati nei delfinari di tutto il pianeta. Domenica mattina a bordo del Maud e di altre imbarcazioni, Ilaria Ferri – direttore scientifico dell’Enpa- insegnerà a turisti, velisti e bambini come riconoscere i cetacei del Mediterraneo, quali sono le regole fondamentali nell’interazione in mare con essi nel massimo del rispetto delle regole di comportamento predisposte dal comitato scientifico di ACCOBAMS (the Agreement on the Conservation of Cetaceans in the Black Sea, Mediterranean Sea and contiguous Atlantic) e mostrerà quali sono i comportamenti ecosostenibili, in mare e in terra, necessari per garantire il futuro dell’ecosistema marino, gravemente minacciato. E con la speranza di incontrare i tursiopi - i delfini abituali frequentatori delle acque dell’isola- a bordo delle imbarcazioni si potrà anche imparare a fotografare questi splendidi animali, simbolo del mare e della libertà. Partita a fine maggio, la Campagna “Salviamo il Mare” è stata organizzata dall’Enpa con il sostegno di LifeGate e Natural Sea per sensibilizzare l’opinione pubblica all’adozione di comportamenti ecosostenibili a tutela del mare e dei suoi abitanti. A bordo del motoveliero della Protezione Animali, il Maud, si sono alternati numerosi ecovolontari – vere e proprie “sentinelle del mare “ - che hanno raccolto dati fondamentali per la realizzazione di un dossier che l’Enpa consegnerà ai Ministri Italiani e all’Unione Europea. (9 settembre)

giovedì 9 settembre 2010

Vivisezione, approvata nuova direttiva Ue Animalisti critici: “Più crudeltà di prima”

 Secondo molte associazioni la norma peggiorerà il trattamento degli animali su cui si fanno esperimenti scientifici. E' stata, infatti, introdotta la possibilità di usare la stessa cavia più volte


Non sono servite a nulla le proteste degli animalisti. La nuova direttiva Ue sulla vivisezione è passata con il sì di una larga maggioranza del Parlamento europeo. I gruppi dei Verdi hanno provato fino all’ultimo a modificarla con tre emendamenti che chiedevano maggiori incentivi ai metodi alternativi di ricerca, più tutele per i primati non umani e la possibilità per gli Stati membri di adottare misure più restrittive nella sperimentazione sugli animali. Ma tutti e tre gli emendamenti sono finiti nel cestino. La direttiva approvata oggi senza modifiche è secondo molti detrattori ”schizofrenica”: se da una parte prevede più ispezioni negli allevamenti e nei laboratori rispetto al passato, dall’altra limita la possibilità stessa per i singoli Stati membri di adottare maggiori tutele per i 12 milioni di animali utilizzati ogni anno in esperimenti scientifici.Gli animalisti urlano che questa direttiva livella gli standard di tutela “al ribasso”. Scarsi sono gli incentivi a quei ”metodi alternativi” di sperimentazione che non prevedono l’utilizzo di cavie da laboratorio. Metodi che invece vengono sempre più presi in considerazione negli negli Stati Uniti, dove il Consiglio nazionale delle ricerche ha ribadito l’importanza di un “radicale cambiamento nella sperimentazione”. Gli animalisti, poi, considerano insufficienti le tutele che la direttiva riserva ai primati non umani. Non piacciono nemmeno le ”deroghe” previste per l’utilizzo di animali randagi nei test. Un autogol, infine, il tentativo di limitare il numero delle cavie nei test, “riutilizzando” uno stesso animale più volte se non è stata superata una soglia “moderata” di dolore.Insomma, quella appena approvata, sembra una norma al ribasso, perché alcuni paesi, Italia compresa, hanno una legislazione più avanzata e ora, paradossalmente, dovrebbero fare un passo indietro. Oppure dovrebbero inoltrare alla Ue una domanda esplicita per mantenere le loro attuali regole.Gli eurodeputati, invece, hanno deciso di non dare retta alle centinaia di mail di protesta che hanno ricevuto nei giorni scorsi. E, per non mettere in discussione una direttiva che è il risultato dell’accordo raggiunto con il Consiglio europeo, hanno votato in maggioranza contro i tre emendamenti dei Verdi. Così, secondo i gruppi contro la vivisezione, le condizioni degli animali peggioreranno: le minori tutele significano ritornare a un passato fatto di gabbie e test inutili e dolorosi.Senza successo è stato anche il tentativo di Sonia Alfano, eurodeputata Idv, di riportare la discussione in commissione Ambiente. Contrario lo stesso presidente della commissione, Paolo De Castro (gruppo Socialisti Democratici), che ritiene questa direttiva “un buon testo dopo un anno e mezzo di compromessi istituzionali”. Soddisfatta per il voto di oggi la relatrice della norma Elisabeth Jeggle, eurodeputata popolare tedesca, che ha detto: ”Si è evitato di gettare al vento un lungo ed elaborato accordo con il Consiglio che avrebbe lasciato l’Europa stagnare nell’obsoleta legislazione del 1986″.La Jeggle ha potuto contare sull’appoggio di buona parte del mondo scientifico e di una minoranza di associazioni animaliste, che apprezzano i passi avanti di questa direttiva rispetto alla precedente del 1986: l’introduzione di ispezioni più approfondite in laboratorio, di limiti nelle soglie di dolore durante i test, di nuove regole nell’allevamento, crescita e trattamento della cavie da laboratorio. Passi avanti che secondo gran parte delle associazioni in difesa degli animali sono fumo negli occhi: ”Purtroppo sono andate deluse le aspettative di quanti speravano che il provvedimento favorisse il ricorso a metodi sperimentali sostitutivi alla vivisezione”, ha fatto sapere l’Enpa (Ente nazionale protezione animali).


www.ilfattoquotidiano.it 



Vivisezione, Ue delude: appello della LAV a governo

l Parlamento Europeo ha approvato il testo finale per la Direttiva 86/609 che regolamenta l’utilizzo degli animali per fini scientifici.  

Nel complesso il testo approvato risulta deludente, soprattutto in considerazione dei progressi scientifici, dell’affermarsi dei metodi alternativi all’uso di animali e dell’opinione pubblica espressasi in modo chiaramente contrario alla sperimentazione animale”, afferma Michela Kuan, biologa, responsabile nazionale LAV settore Vivisezione.

Il testo proposto nella sua prima versione del novembre del 2008, era fortemente innovativo rispetto al vigente e, anche se non totalmente coerente con le ottiche animaliste, presentava numerosi punti migliorativi per la tutela e il benessere degli animali da laboratorio; purtroppo tale testo nel corso dei mesi è stato modificato attraverso vari passaggi, tutti peggiorativi. La lobby vivisettoria ha, infatti, ben saputo veicolare le scelte politiche per ottenere maggiore libertà e minori restrizioni nel ricorso al modello animale.

Tra gli articoli più negativi abbiamo:

-la possibilità di poter ricorrere, anche se in deroga, a gatti e cani randagi  ( in Italia tale pratica è vietata fin dal 1991),
-la possibilità di utilizzare specie in via d’estinzione e/o catturate in natura (compresi i Primati e in particolare le grandi scimmie),
-il ricorso a soppressione per inalazione di anidride carbonica come metodo di uccisione di riferimento, definito dalla legge come “umanitario” ma che in realtà provoca alti e prolungati livelli di sofferenza, fatto riconosciuto scientificamente
-la possibilità di effettuare esperimenti senza anestesia, autorizzazione anche per esperimenti altamente dolorosi.

Ma non sono, ancora, del tutto perse le speranze per i 12 milioni di animali che ogni anno muoiono nei laboratori europei: infatti, a questo punto - spiega Gianluca Felicetti, presidente della LAV - sarà fondamentale che nell'iter di recepimento nazionale della Direttiva, Governo e Parlamento traducano in fatti le dichiarazioni di questi giorni, inserendo disposizioni più restrittive di quelle di Strasburgo e lo sviluppo concreto dei metodi di ricerca che non fanno uso di animali"

Ufficio stampa LAV

martedì 7 settembre 2010

26 Settembre - Fattorie didattiche aperte della Lombardia

Giornata a porte aperte delle Fattorie Didattiche della Lombardia

 In questa sesta edizione sono 95 le aziende che hanno aderito, distribuite in tutto il territorio lombardo, con una ricca proposta di attività per bambini e famiglie, per passare una giornata di conoscenza e divertimento nella natura. 
Numerose le Fattorie del Panda che partecipano all'iniziativa, permettendo alle famiglie e agli amanti della campagna di conoscere come si vive e si lavora in un’azienda agricola: laboratori, visite agli allevamenti e alle coltivazioni, percorsi guidati per scoprire il cammino dei prodotti dalla terra alla tavola, visite alle cascine e ai musei agricoli aziendalipercorsi sensorialigiochi e molto altro ancora.
Le degustazioni e la vendita diretta dei prodotti completano l’offerta delle aziende per questa giornata. Molte Fattorie Didattiche sono anche agriturismi dove è possibile prenotare il pranzo o la cena o una stanza per passare la notte.